Nisargadatta
Maharaj: dialoghi a Bombay
(Tratto
dal libro "ALLA SORGENTE DELL’ESSERE...")
Visitatore: Sono
venuto con i miei bambini a pregarla di darmi la sua benedizione.
Maharaj: Credi
che se fosse possibile dare una benedizione, sarebbe necessario venirla a
chiedere? Credi che il sole, quando sorge, scelga quello che illuminerà e si
preoccupi di come si comportano quelli che riscalderà?
Tutto
quello che ti è necessario ti è pienamente concesso. Ti sei inventato un Dio
per poter implorare qualcuno e avere un conforto, per poter mendicare qualche
grazia e sentirti protetto. E’ questa la spiritualità. Tutti quei nomi antichi:
Gesù, Buddha, Krishna, non sono altro che parole vuote, che si tramandano di
generazione in generazione.
Se
non capisci quello che ti sto dicendo, continua con le tue pratiche
devozionali. Prega la forma esteriore, ma sappi che stai adorando te stesso;
sappi che questa forma davanti alla quale deponi le tue offerte, non è altro
che un aspetto di te stesso, un te stesso di cui non osi renderti conto.
Pregala sapendo che è un aspetto di te stesso, altrimenti non farai altro che
alimentare delle forme morte.
Ci
sono quattro stadi. Tu sei una cosa sola con l’Assoluto, soggetto puro,
impersonale. Se questo non lo capisci rimani unito alla coscienza. Se non
capisci nemmeno questo, adora il tuo essere nell’immagine degli dei, fa
dei bhajan e le offerte. Altrimenti va per la strada e
dedicati all’assistenza sociale.
Il
mondo è costruito sui compromessi, sulla disonestà, sulla frode, ma l’imbroglio
più grande, l’inganno più grande è la spiritualità. Però non andare a dirlo in
giro, altrimenti ti faresti dei nemici. Verrà un giorno in cui il corpo non
sarà più con te, la coscienza non sarà più con te: questo lo sai: allora che
cosa ti rimarrà? Scoprilo.