martedì 28 aprile 2020

Sulla Libertà

In questi giorni si parla molto di libertà individuale, di perdita della libertà, di ripresa della propria libertà. A tale riguardo, riporto degli insegnamenti del grande maestro armeno G.I Gurdjieff:
"L’uomo è una macchina. Tutto quello che fa, tutte le sue azioni, le sue parole, pensieri, sentimenti, convinzioni, opinioni, abitudini, sono i risultati di influenze esteriori, di impressioni esteriori. Di per se stesso un uomo non può produrre un solo pensiero, una sola azione. Tutto quello che dice, fa, pensa, sente – accade". In Frammenti di un insegnamento sconosciuto di P. D. Ouspensky.
Un essere umano ordinario, che non ha fatto alcun lavoro di risveglio, vive nel sonno della meccanicità. Non è libero nemmeno di prendere un caffè. In realtà, non abbiamo perso alcuna libertà. Questa non è un'opinione, ma una semplice osservazione accessibile a tutti coloro che anche solo per pochi istanti hanno avuto un momento di risveglio, un momento di coscienza consapevole.
“Può un uomo smettere di essere una macchina?”
“Ah! È proprio questo il problema! (..) Sì, è possibile smettere di essere una macchina ma, per questo, è necessario prima di tutto conoscere la macchina. Una macchina, una vera macchina, non conosce se stessa e non può conoscersi. Quando una macchina conosce se stessa, da quell'istante ha cessato di essere una macchina; per lo meno non è più la stessa macchina di prima. Comincia già ad essere responsabile delle proprie azioni.”
"Conosci te stesso" è l’esortazione che ha percorso tutto il pensiero filosofico umano d’occidente come d’oriente.
La prima ragione della schiavitù interiore dell’uomo è la sua ignoranza e, soprattutto, l’ignoranza di sé stesso. Senza la conoscenza di sé, senza la comprensione dei movimenti e delle funzioni della sua macchina, l’uomo non può essere libero, non può governarsi e resterà sempre uno schiavo in balia delle forze che agiscono su di lui. Ecco perché negli insegnamenti antichi, la prima richiesta a chi si metteva sulla via della liberazione era: ‘Conosci te stesso’.
L’uomo ordinario del nostro tempo, anche se si interessa di filosofia o spiritualità, in genere non comprende che il principio "Conosci te stesso" si riferisce alla necessità di conoscere in primo luogo la propria macchina umana e di conseguenza la sua essenza.
Lo studio di sé è il lavoro, o la via, che conduce alla conoscenza di sé. Il metodo fondamentale per lo studio di sé è l’osservazione di sé. Senza una osservazione di sé eseguita in modo corretto, un uomo non comprenderà mai come le diverse funzioni della sua macchina siano collegate e in correlazione tra loro, non comprenderà mai come e perché, in lui, "tutto accade".