mercoledì 27 settembre 2017

La Meditazione come Via (Seconda Parte)

Continua da:


Nelle tradizioni spirituali si sono sviluppate numerose tecniche per facilitare il processo della meditazione. Nello yoga classico di Patanjali, per esempio, lo yoga è suddiviso in otto parti. Le prime quattro sono preparatorie e purificatorie e sono: i precetti su cosa bisogna fare e cosa non bisogna fare, le posture e le pratiche di respirazione. Le altre quattro sono le pratiche meditative: la ritrazione dei sensi, la concentrazione, la meditazione e la contemplazione o l’enstasi.

Ci sono numerosissime pratiche di meditazione: concentrarsi sul respiro o su un punto del corpo, fissare la fiamma della candela, ascoltare o ripetere un mantra, visualizzare, pregare, invocare ecc.


Queste sono pratiche antiche, adatte ad una tipologia umana diversa, con una struttura psichica più semplice. Inoltre, la percezione del tempo era molto più lenta, perché la vita era scandita dai ritmi della natura e l’uomo era in sintonia ed armonia con essa.

Queste pratiche necessitano anche la presenza di un maestro illuminato che percepisca il fluire energetico del discepolo in quanto possono squilibrare ulteriormente il precario flusso energetico dell'uomo ordinario.

Al giorno d'oggi queste tecniche sono difficilmente attuabili perché l'essere umano è talmente disconnesso dal proprio Vero Essere e così proiettato fuori di Sé che non ha più il tempo e la voglia di dedicarcisi. Inoltre, sono molto rari i veri maestri che possono sorvegliare il processo del discepolo.

Questo non significa che non si possono utilizzare queste tecniche. E’ certamente possibile ed utile praticarle, ma non in modo estremamente intensivo.

Infatti, praticare lo yoga o alcune forme di pranayama per alcuni minuti può essere molto utile per rilasciare le tensioni e diminuire lo stress, migliorare le condizioni fisiche e calmare la mente, accedere a stati alterati di coscienza ed espandere le proprie percezioni, purificare il corpo fisico e i corpi energetici, ma questo non ha nulla a che vedere con le pratiche intensive di yoga utilizzate centinaia e migliaia di anni fa per conseguire il risveglio spirituale. Queste pratiche intensive richiedono, infatti, numerose ore di pratica giornaliera.

Per esempio alcuni anni fa si era diffusa in occidente la notizia che il kundalini yoga fosse pericoloso. Se una persona totalmente impreparata e senza alcuna guida decidesse di praticare 8 ore di kundalini yoga potrebbe avere dei grossi problemi. Il suo sistema psicofisico, infatti, non sarebbe preparato a sopportare il potenziamento del flusso energetico. 

Tuttavia, una pratica di un'ora o due al giorno, seguita da un insegnante qualificato può essere, invece, un grande strumento di crescita ed di automiglioramento.

Queste pratiche richiedono però molto tempo, costanza, dedizione ed una forte volontà.

Condizioni che l'uomo contemporaneo difficilmente possiede. Le solite giustificazioni addotte dalle persone sono infatti: non ho tempo e ho troppi impegni per dedicarmi alle pratiche spirituali.

Allora siamo destinati a vivere preda dei nostri meccanismi automatici, persi nelle fantasticherie della mente sempre immersi in un tempo virtuale ed in uno spazio immaginario?

Oppure è possibile un nuovo yoga? Uno yoga per i nostri tempi moderni e per le nostre necessità e i nostri stili di vita? Uno yoga universale che non dipenda da nessuna tradizione o cultura, religione o filosofia. Uno yoga idoneo all’uomo contemporaneo.

Un tale yoga non può certamente richiedere di isolarsi dal mondo o di dedicarsi a estenuanti e complesse pratiche ascetiche. Deve essere uno yoga che si possa praticare dovunque: a casa e in famiglia, al lavoro, in ufficio, con gli amici ed in vacanza. Queste, infatti, sono le nostre attività principali!


La pratica spirituale non è solo sedere e meditare.
La pratica consiste nel guardare, pensare, toccare, 
bere, mangiare e parlare.
Ogni azione, ogni respiro e ogni passo può essere la pratica e può aiutarci a diventare di più noi stessi.
Tich Nat Han

Quando nella prima parte vi ho chiesto: siete presenti qui ed ora? Cosa avete fatto? Niente, giusto?

Essere presenti nel qui ed ora è lo stato di presenza e significa essere nel silenzio ed aperti all’ascolto: questo è meditare.

Per essere nel qui ed ora non abbiamo bisogno di fare nulla di particolare. Non dobbiamo metterci in determinate posture o praticare complicati esercizi di respirazione, non dobbiamo visualizzare ad occhi chiusi o recitare mantra. Tutte attività che richiedono tempi e luoghi appropriati.

Essere presenti nel presente, invece, è possibile farlo ovunque: a casa, al lavoro e in vacanza.

Quando vi ho chiesto: siete presenti qui ed ora? Siete immediatamente venuti nella presenza. Qualcuno potrà obiettare che questa presenza dura solo qualche istante e che poi ci perdiamo nuovamente nella giungla dei pensieri e delle proiezioni mentali.

E’ vero. Dopo aver fatto qualche sporadica esperienza di presenza consapevole nel qui ed ora dobbiamo iniziare a estendere sempre di più tale stato. Per ottenere questo risultato dobbiamo aprirci al nostro vero essere affinché sia la forza della coscienza a fare il lavoro.

Questo significa che dobbiamo trovare il nostro centro, il nucleo fondamentale, ciò che siamo veramente.

Continua ...



venerdì 8 settembre 2017

Incontri di Yoga dell'Essere


In questi primi tre incontri lavoreremo sul Risveglio dal sonno dell'identificazione con la macchina psicofisica, sul Riconoscimento della propria Vera Natura e sul Ricordo di Sé.

Il primo passo verso la realizzazione dell'Essere consiste nell'interrompere l’identificazione con la struttura corpo-mente. Tutti credono di essere il proprio corpo e la propria mente: la struttura fisica da un lato e i pensieri, credenze, opinioni, convinzioni ecc. dall’altro.

Questa identificazione è una vera e propria illusione creata da un’ipnosi collettiva che avviene nell’infanzia e che costringe ogni bambino a separarsi apparentemente dall’Essere tutt’uno con la Vita e ad autolimitarsi identificandosi solo con alcuni oggetti della sua esperienza: le sensazioni fisiche chiamate “corpo” e i pensieri chiamati “mente”.

Il riconoscimento della propria Vera Natura come Essere, Coscienza e Pace è il sostrato che pervade tutta l’esistenza. Riconosciamo che noi siamo il Tutto da cui non ci siamo mai veramente separati e che siamo al di là dello spazio-tempo, siamo Eterni ed Infiniti. La separazione è solo un’illusione.

Infine, è necessario ricordarsi costantemente di Sé. L’autoricordo risveglia letteralmente la macchina psicofisica permeandola di consapevolezza e, col tempo, permette di arrivare ad identificarci pienamente con il Tutto e manifestarci per ciò che siamo veramente: L’Essere.

Questi incontri sono  fondamentalmente pratici, infatti anche i dialoghi e le conversazioni rappresentano una modalità per comprendere e sperimentare la nostra natura essenziale.

Praticheremo sequenze di Kundalini Yoga, Tao Yoga, Qi Gong, Meditazioni Guidate e Silenziose, Esercizi di Presenza e Pratiche di Consapevolezza.

Andremo a bilanciare le energie interne, armonizzare e quietare la mente. 

Infine, porteremo le conoscenze acquisite nella realtà quotidiana, perché sapere chi siamo significa esserlo e quindi manifestarlo. La vera conoscenza non è semplicemente un sapere teorico, essa ha un impatto concreto in tutti gli aspetti dell’Essere: mente, corpo e mondo.

E' possibile partecipare anche a singole giornate.


Per informazioni e iscrizioni
Massimiliano 3395422290


sabato 2 settembre 2017

La Meditazione come Via (prima parte)

Se vi chiedo: siete presenti qui ed ora? Tutti voi risponderete "si" ... 
Siamo d’accordo?

Cosa abbiamo fatto per essere presenti qui ed ora? Abbiamo fatto qualcosa? No, non abbiamo fatto nulla.

Quando vi ho posto la domanda voi vi siete fermati un attimo, vi siete osservati e poi avete risposto "si".

In realtà abbiamo fatto qualcosa: abbiamo smesso di fare altro, siamo entrati nel non fare e ci siamo accorti di essere. Quello che si è creato è un momento di silenzio nel quale ci siamo osservati, sentiti, ascoltati e poi abbiamo risposto.

Anche prima di ascoltare la domanda e di rispondere "si", noi eravamo, ma non sapevamo di esserci. Eccoci arrivati ad una prima importante comprensione: è possibile essere senza sapere di esserci e questa è la nostra condizione abituale. Viviamo senza sapere di essere: non siamo consapevoli di noi stessi, non sappiamo nemmeno chi o cosa siamo, ma crediamo di saperlo!

Allora possiamo chiederci: cos’è che facciamo di solito che ci impedisce di sapere di esserci?

Se ci osserviamo qualche istante noteremo che la nostra attenzione è normalmente catturata dagli stati mentali che ci spostano in un tempo psicologico virtuale ed in uno spazio psicologico virtuale. Di solito viviamo in uno stato di distrazione.

Rimuginiamo sovente sul passato, pensando a esperienze o ricordi, attaccamenti o rimpianti e ci spostiamo virtualmente nel passato. Allo stesso modo quando pensiamo al futuro con aspettative o desideri, paure o inquietudini ci spostiamo in un futuro virtuale.

Quando ci spostiamo nel tempo psicologico non siamo più nel presente e non sappiamo di esserci.

Esiste anche lo spazio psicologico. Quando per esempio fantastichiamo di essere altrove e ci perdiamo in sogni ad occhi aperti o quando affrontiamo la realtà attraverso i meccanismi automatici di comportamento appresi, stiamo reagendo alla situazione meccanicamente e non siamo veramente qui.

Questa è un’altra comprensione importante: Quando non sappiamo di esserci, non siamo nel qui ed ora, ma ci siamo spostati in un tempo o in uno spazio psicologici virtuali.

Essere in un tempo o in uno spazio psicologico virtuale significa essere in una realtà mentale che non esiste realmente ma solo virtualmente.

Inoltre, quando siamo in questa realtà mentale significa che non siamo nel silenzio interiore, perché stiamo intrattenendo un dialogo con noi stessi.

Eppure quando vi ho chiesto all’inizio: siete presenti qui ed ora? Tutti noi abbiamo concordato nel rispondere "si". Anche se un secondo prima eravamo persi nei nostri pensieri o in fantasticherie è bastato porsi questa domanda per venire immediatamente qui ed ora!

La meditazione è proprio essere nel qui ed ora, vivere il qui ed ora. Ma, come abbiamo scoperto, per essere nel presente dobbiamo essere uno stato di silenzio interiore.

Arriviamo quindi ad un’altra scoperta importante: per essere nel qui ed ora, per vivere veramente il presente, per esserci dobbiamo essere in uno stato di silenzio interiore. Se non siamo in silenzio interiormente non siamo veramente qui ed ora e non "siamo" veramente! Siamo totalmente identificati con i pensieri, siamo meccanici e addormentati.

Senza silenzio interiore non solo non può esserci meditazione, ma non può esserci nemmeno consapevolezza e senza consapevolezza c'è solo uno stato di oblio incosciente, una vita meccanica ed un destino ineluttabile.

Quando non siamo consapevoli noi non ci siamo veramente! C'è solo un personaggio, un burattino manovrato dai fili dei condizionamenti genetici ed ambientali, fisici e mentali. In questo caso possiamo dire che la consapevolezza è stata spodestata dalla personalità di facciata e resa succube ed impotente.

La meditazione è una Via di Risveglio e Liberazione ed il primo passo nel cammino della meditazione è raggiungere il silenzio interiore, ovvero sospendere quel dialogo interiore che intratteniamo continuamente con noi stessi.


La meditazione vi aiuterà a trovare i vostri legami, ad allentarli,  scioglierli e gettare i vostri ormeggi.
Quando non siete più attaccati a nulla, avete fatto la vostra parte.
Il resto sarà fatto per voi.
Nisargadatta Maharaj


Fine Prima parte