giovedì 20 aprile 2017

La Liberazione Naturale Tramite la Nuda Visione (Sesta Parte)

L’INTRODUZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA*
*(La traduzione del testo è tratta dal volume Consapevolezza, Rigpa
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)

La liberazione naturale tramite la nuda visione.
(Sesta Parte)


Ecco l’insegnamento della consumazione definitiva.

Benché innumerevoli siano i modi di vedere contrastanti, nella consapevolezza di sé, nel sentire spontaneo della vera natura della coscienza, non c’è dualità di osservatore e osservato.

Non si abbia un punto di vista, [piuttosto] si ricerchi l’osservatore: quando, cercando proprio colui che osserva, non lo si trova, allora si è consumato il punto di vista; proprio qui si raggiunge anche la fine del modo di vedere.

Non c’è alcun punto di vista da cui osservare; però, senza cadere nell’indifferenza nichilista, il limpido sentire sé nell’ attimo presente è il modo di vedere della grande completezza. Qui non c’è la dualità di comprensione e incomprensione.

Benché innumerevoli siano le meditazioni contrastanti, nell’onnipresente sentire ordinario della consapevolezza di sé non c’è dualità di meditazione e meditante.

Non si mediti, [piuttosto] si ricerchi colui che medita: quando, cercando proprio il meditante, non lo si trova, allora si è consumata la meditazione; proprio qui si raggiunge anche la fine della meditazione.

Non c’è alcuna meditazione da fare; però, senza lasciarsi dominare dalle varie forme di torpore e agitazione, il chiaro sentire inalterato dell’attimo presente è la contemplazione dello stato equanime e non artefatto. Qui non c’è dualità di quiete e non quiete.

Benché innumerevoli siano le condotte contrastanti, nell’unico punto del sentire consapevole di sé non c’è dualità di condotta e colui che la applica.

Non si applichi una condotta, [piuttosto] si ricerchi colui che la applica: quando, cercando proprio colui che la applica, non lo si trova, allora si è consumata la condotta; proprio qui si raggiunge anche la fine della condotta.

Non c’è nessuna condotta da applicare; però, senza lasciarsi condizionare dall’illusione delle inclinazioni latenti, il sentire dell’ attimo presente, inalterato e risplendente di luce propria, in cui non c’è qualcosa da correggere, modificare, ottenere o abbandonare, è proprio la condotta assolutamente pura. Qui non c’è dualità di puro e impuro.

Benché innumerevoli siano le mete contrastanti, nella vera natura della coscienza consapevole di sé i tre corpi [dei Buddha] sono una realizzazione innata. Qui non c’è dualità di realizzazione e realizzatore.

Non si cerchi di realizzare la meta, [piuttosto] si ricerchi colui che la realizza: quando, cercando proprio il realizzatore, non lo si trova, allora si è consumata la meta; proprio qui si raggiunge anche la meta finale.

Non c’è alcuna meta da realizzare; però, senza lasciarsi condizionare dal rifiuto e dall’ottenimento, dalla speranza e dal timore, si comprende che il sentire autoluminoso dell’attimo presente è la realizzazione innata, perché lì, in sé stessi, i tre corpi sono pienamente manifesti: proprio questa è la meta dell’illuminazione originaria.


La domanda "chi sono?" non è veramente intesa
per ottenere una risposta,
la domanda "chi sono?" serve per dissolvere colui che la pone.

Ramana Maharshi


giovedì 13 aprile 2017

La Liberazione Naturale Tramite la Nuda Visione (Quinta Parte)

L’INTRODUZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA*
*(La traduzione del testo è tratta dal volume Consapevolezza, Rigpa
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)

La liberazione naturale tramite la nuda visione.
(Quinta Parte)


Si contempli più volte, si contempli la propria coscienza.

Osservando all’esterno, là nello spazio celeste, c’è forse un luogo verso cui la coscienza si muove?

Osservando all’interno, qui nella propria coscienza, c’è forse qualcuno che si muove col pensiero?

La propria coscienza è una limpidezza priva di movimenti.

La chiara luce della consapevolezza di sé è vuota, [perciò] è il corpo della realtà: come il sole che sorge nel cielo privo di nubi e terso, essa conosce ogni cosa in modo chiaro, ma senza alcun concetto. Gran differenza passa tra il comprenderla e il non comprenderla.

Incredibile! Questa chiara luce, non nata sin dal principio e naturale, è la consapevolezza, il giovane bimbo senza padre né madre. Non prodotta da nessuno, è il sentire spontaneo. Senza aver sperimentato la nascita, non ha da morire.


Incredibile! Benché risplenda direttamente, non c’è l’osservatore. Benché si vaghi nella trasmigrazione, essa non diventa una cosa cattiva. Benché si ottenga l’illuminazione, essa non diventa una cosa buona.

Incredibile! Benché esista dappertutto, non la si comprende. [Sebbene sia] la meta, la si tralascia sperando in un’ altra. Benché sia noi stessi, la si ricerca altrove.



giovedì 6 aprile 2017

La Liberazione Naturale Tramite la Nuda Visione (Quarta Parte)


L’INTRODUZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA*
*(La traduzione del testo è tratta dal volume Consapevolezza, Rigpa
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)

La liberazione naturale tramite la nuda visione.
(Quarta Parte)


La vera natura della coscienza è certamente vuota e priva di un fondamento: essa è vuota e indeterminabile come lo spazio. Si contempli la propria coscienza per capire se è veramente così.

Questo non è il vuoto della visione nichilista o agnostica, infatti il sentire spontaneo risplende certamente sin dal principio: è come il cuore del sole che sorge da sé e risplende di luce propria. Si contempli la propria coscienza per capire se è veramente così.

Certamente la consapevolezza è sin dal principio incessante: è come la corrente principale di un fiume che scorre continuamente. Si contempli la propria coscienza per capire se è veramente così.

Le fluttuazioni mentali non possono certamente essere afferrate: sono un movimento privo di concretezza come la brezza nello spazio. Si contempli la propria coscienza per capire se è veramente così.

Tutti i fenomeni, quali che siano, sono certamente una propria manifestazione: ciò che appare è come il riflesso di sé in uno specchio. Si contempli la propria coscienza per capire se è veramente così.

Certamente tutte le immagini [mentali] si dissolvono spontaneamente: sorgono da sé e si dissolvono da sé, come le nuvole nello spazio. Si contempli la propria coscienza per capire se è veramente così.