L’INTRODUZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA*
*(La traduzione del testo è tratta dal volume Consapevolezza, Rigpa,
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)
La liberazione naturale tramite la nuda visione.
(Quinta Parte)
(Quinta Parte)
Si
contempli più volte, si contempli la propria coscienza.
Osservando
all’esterno, là nello spazio celeste, c’è forse un luogo verso cui la coscienza
si muove?
Osservando
all’interno, qui nella propria coscienza, c’è forse qualcuno che si muove col
pensiero?
La
propria coscienza è una limpidezza priva di movimenti.
La
chiara luce della consapevolezza di sé è vuota, [perciò] è il corpo della
realtà: come il sole che sorge nel cielo privo di nubi e terso, essa conosce
ogni cosa in modo chiaro, ma senza alcun concetto. Gran differenza passa tra il
comprenderla e il non comprenderla.
Incredibile!
Questa chiara luce, non nata sin dal principio e naturale, è la consapevolezza,
il giovane bimbo senza padre né madre. Non prodotta da nessuno, è il sentire
spontaneo. Senza aver sperimentato la nascita, non ha da morire.
Incredibile!
Benché risplenda direttamente, non c’è l’osservatore. Benché si vaghi nella
trasmigrazione, essa non diventa una cosa cattiva. Benché si ottenga
l’illuminazione, essa non diventa una cosa buona.
Incredibile! Benché esista
dappertutto, non la si comprende. [Sebbene sia] la meta, la si tralascia
sperando in un’ altra. Benché sia noi stessi, la si ricerca altrove.


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