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La Meditazione come via (Seconda Parte)
Tutti noi siamo accomunati da un bisogno fondamentale: la
felicità. Tutti noi cerchiamo la felicità, che non è altro che un bisogno di
appagamento, di completezza, di totalità e di integrità.
Questo bisogno nasce dal sentirsi mancanti, limitati,
piccoli, indifesi e separati dal mondo che percepiamo come esterno a noi e
potenzialmente pericoloso.
Questa sensazione di separazione è alla base del nostro senso
di mancanza. Sentiamo che ci manca qualcosa e, così, iniziamo a cercare un modo per spegnere questa sensazione spiacevole.
Poiché la coscienza è identificata con il corpo-mente,
iniziamo a cercare di colmare la sensazione di mancanza attraverso i sensi fisici: il gusto,
il tatto, la vista, l’olfatto e l’udito. Cercheremo quindi far cessare il senso di mancanza immergendoci nelle esperienze sensuali. Oppure, cercheremo nel mondo
mentale, in conoscenze, filosofie, religioni e culture.
La ricerca interiore di completezza viene in tal modo pervertita dai
meccanismi e dalle identificazioni mentali. Infatti, la vita ci dice
chiaramente che questa nostra ricerca di felicità non sarà mai soddisfatta dai
piaceri del mondo, perché sono impermanenti ed il nostro desiderio troverà
soltanto una pace momentanea lasciando in fondo quell’amaro in bocca che ci
ricorda ancora di non aver trovato la pace della completezza.
Sapendo che non troverà mai la felicità e la pace che
profondamente desidera, la maggioranza delle persone si lancia in una continua
ricerca di piaceri momentanei, collezionando una serie di esperienze che gli
dia l’impressione di colmare il senso di mancanza. Altri, invece, si lasciano
sprofondare nel cinismo asfissiante di una vita priva di scopi e piaceri.
In entrambe i casi l’ego fa da padrone!
Una via d’uscita esiste ed è proprio all’origine del
problema.
Tutta la nostra ricerca di felicità, appagamento, ricchezza, potere,
piaceri ecc. nasce dal sentirci un essere limitato e separato: un essere mancante.
Per portare la pace, la felicità e l’armonia in noi non
possiamo usare la violenza. Come sappiamo la guerra genera guerre e così non
finiremo mai. Dobbiamo mettere in atto un processo di integrazione
consapevole e amorevole.
La chiave per integrare questa conoscenza è sempre il silenzio
interiore: la presenza, ovvero la meditazione. Non una meditazione ascetica e
trascendentale, ma una meditazione attiva nel qui ed ora, nella vita di tutti i
giorni.
Per portare armonia dentro di noi dobbiamo espandere il
silenzio interiore in tutte le attività della nostra giornata. Per far questo
ci vuole indubbiamente una grande forza! Quando chiesero a Mère dove trovare
una tale forza, lei rispose: dentro di te.
La forza è quindi dentro di noi… Ma dove?
La forza è proprio in quella sofferenza esistenziale
fondamentale che la mente cerca di spegnere continuamente con appagamenti
futili, superficiali ed effimeri.
Dobbiamo quindi andare ad indagare questa sensazione.
Invece
di cercare immediatamente di spegnere il senso di mancanza, stiamo con questo sentire.
Quella sofferenza fondamentale, quel senso di mancanza che ci
spinge a cercare l’appagamento e la felicità è il segnale che noi siamo imprigionati nell’illusione della
separazione. Se interrompiamo quel segnale non potremo mai scoprire cosa vuole veramente indicarci!
La sofferenza è il segnale che in noi non c'è armonia, perché ci siamo persi nell'illusione della separazione.
Quando iniziamo a portare l’attenzione a questa forza
interiore che cerca la completezza e la libertà possiamo modificare la nostra ricerca.
Invece di cercare una felicità effimera e temporanea nel mondo esterno, possiamo
dirigere la nostra ricerca verso l’essere che noi siamo attraverso il silenzio
interiore.
Chi sente la mancanza? IO!? Chi sono Io?
Questa domanda, grazie al potere del silenzio interiore, ci permette di immergerci nel Vuoto.
Tutte le volte che sopraggiunge il senso di mancanza, l'ansia, la paura, la tristezza o qualsiasi altro segnale riusciremo a portare e
riportare la nostra attenzione continuamente alla presenza, all’essere. In ogni
momento e ovunque abbiamo la possibilità di ricordarci di noi stessi, di fare
silenzio dentro di noi, di entrare nel vuoto e di riportarci alla consapevolezza di chi siamo
veramente.
Gli uomini hanno paura di abbandonare le loro menti,
perché temono di precipitare nel vuoto senza potersi arrestare.
Non sanno che il vuoto non è veramente vuoto,
perché è il
regno della Via autentica.
Huang-po
Tutto è Dharma.
Quando fate i
mestieri, cercate di essere attenti;
se dovete
svuotare una sputacchiera o pulire una latrina
non sentitevi
come se steste facendo un favore a qualcun altro.
C'è il Dharma
nello svuotamento delle sputacchiere.
Non pensate di
praticare
solo quando state
seduti a gambe incrociate.
Alcuni di voi si
lamentano che il tempo non basta per meditare.
Il tempo basta
per respirare?
Questa sia la
vostra meditazione:
Consapevolezza e
naturalezza in tutto ciò che fate.
Ajahn Chah
Attraverso la meditazione continuata si realizza il processo di liberazione ed integrazione e, passo dopo passo, la nostra coscienza si sposta - lentamente, ma inesorabilmente - dalla mente di superficie al nucleo centrale: l'Essere.
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