Probabilmente tutti avete incontrato per la strada
persone «matte» che parlano o brontolano incessantemente fra sé e sé. Be’, non
è molto diverso da ciò che fate voi persone «normali», con la differenza che
voi non lo fate ad alta voce.
Questa voce commenta, opera congetture, giudica,
confronta, si lamenta, esprime preferenze e avversioni, eccetera. La voce non è
necessariamente pertinente alla situazione in cui vi trovate in quel momento;
può rivivere il passato prossimo o remoto oppure preparare o immaginare
possibili situazioni future. Qui spesso immagina cose che vanno storte o esiti
negativi: è quella che chiamiamo «preoccupazione». Talvolta questa colonna
sonora è accompagnata da immagini visive o «filmati mentali». Anche se la voce
è pertinente alla situazione contingente, la interpreterà nei termini del
passato. Questo perché la voce appartiene alla vostra mente condizionata, che è
il risultato di tutta la vostra storia passata oltre che della mentalità
culturale collettiva che abbiamo ereditato. Pertanto voi vedete e giudicate il
presente con gli occhi del passato e ne ricavate una visione totalmente
distorta. Non è insolito che la voce sia il nostro peggior nemico. Molte
persone vivono con un torturatore nella testa che le attacca continuamente e le
punisce sottraendo loro energia vitale. È la causa di innumerevoli sofferenze e
infelicità, nonché di malattie.
La buona notizia è che potete davvero liberarvi dalla mente. È questa
l’unica vera liberazione. Potete cominciare subito, ascoltando la voce nella
vostra testa quanto più spesso possibile. Prestate particolare attenzione a
eventuali schemi di pensiero ripetitivi, quei vecchi dischi di grammofono che
ci suonano in testa forse da molti anni È questo che intendo per «osservare
colui che pensa», il che è un altro modo per dire: ascoltate la voce nella
testa, siate lì come presenza testimone.
Quando ascoltate questa voce, ascoltatela in maniera imparziale. Vale a
dire, non date giudizi. Non giudicate o condannate ciò che sentite, perché
questo vorrebbe dire che la stessa voce è rientrata dalla porta di servizio. Ve
ne renderete conto presto: la voce è lì e voi siete qui ad ascoltarla, a
osservarla. Questa realizzazione dell’«io sono», questo senso della propria
presenza non è un pensiero, nasce al di là della mente.
Eckhart Tolle