giovedì 9 marzo 2017

La Liberazione Naturale Tramite la Nuda Visione.

Omaggio alla divinità dai tre corpi,
consapevolezza che risplende di luce propria.
Dal “profondo insegnamento sulla liberazione naturale tramite
la contemplazione delle divinità pacifiche e irate”:

L’INTRODUZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA*
*(La traduzione del testo è tratta dal volume Consapevolezza, Rigpa
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)

La liberazione naturale tramite la nuda visione.

Si contempli bene la consapevolezza di sé, così come viene indicata in questo insegnamento. O figli fortunati!
Samaya. Sigillato, sigillato, sigillato.

Oh! l’unica coscienza, presente sia nella trasmigrazione che nella liberazione, è proprio sé stessi sin dal principio, tuttavia non la si riconosce; la sua chiara consapevolezza è incessante, tuttavia non la si incontra; essa appare ovunque liberamente, tuttavia non la si identifica.

La trasmigrazione è lo stato illusorio dominato dall’ignoranza della nostra vera natura, mentre la condizione della liberazione è lo stato nel quale riconosciamo chi siamo. Esiste un’unica coscienza che è presente sia nello stato illusorio della trasmigrazione, sia nello stato risvegliato della liberazione. La coscienza è sempre ed ovunque presente, tuttavia non la si può identificare come un oggetto. Non si può conoscere la propria coscienza oggettivamente perché è pura soggettività. La coscienza, in quanto pura consapevolezza, è paragonabile alla luce, la quale di per sé è invisibile, ma diventa visibile quando incontra una superficie riflettente.


Ben nota è la parola “coscienza”, ma quante concezioni limitate sono nate dal misconoscimento, dalla conoscenza errata o parziale e dall’incomprensione del suo significato reale.
L’individuo ordinario che non comprende da sé stesso la propria vera natura vaga tra i sei esseri dei tre mondi sperimentando la sofferenza: questo è il difetto del misconoscimento della propria coscienza così com’è in sé stessa.

Tutti conoscono il termine “coscienza”, ma molteplici sono i significati che vengono attribuiti a tale termine.
Chi non conosce se stesso è destinato a vagare all'interno del cerchio del samsara, il ciclo di nascita, morte e rinascita nei vari regni dell'esistenza.


Lo stato di coscienza dei Buddha è al di là della mente, nondimeno [la gente] si inganna perché pratica la recita [di mantra] e medita su determinate immagini.

La coscienza pura è incondizionata ed è la sorgente della mente. Le pratiche meditative che usano formule come i mantra o supporti visivi possono essere utili per calmare e rallentare momentaneamente i pensieri e per conseguire stati di coscienza più sottili, ma non hanno alcuna influenza sulla coscienza in sé.


Perciò occorre lasciare tutto, rimanendo liberi da qualsiasi azione condizionata: grazie a questo insegnamento sulla liberazione naturale tramite la nuda visione della consapevolezza, si comprenda che tutta la realtà dimora nella grande liberazione naturale, sicché tutto è anche compiuto nello stato della grande completezza. Samaya. Sigillato, sigillato, sigillato.

L‘insegnamento di Padmasambhava qui esposto indica la coscienza pura come l’unico veicolo nel quale si manifestano sia la realtà esteriore che quella interiore, sia la trasmigrazione che la liberazione, sia l’ignoranza che la conoscenza. Questo dualismo è solo apparente, frutto di un misconoscimento. Infatti, tutto accade nella coscienza e tutto è fatto di coscienza: in realtà non vi è separazione e tutto dimora nello stato della liberazione e della completezza.

Oh! quella limpida consapevolezza che chiamiamo “coscienza” non esiste [come qualcosa di concreto, tuttavia] da essa sorge tutta la sofferenza e la felicità della trasmigrazione e della liberazione; è concepita secondo le credenze degli undici veicoli, e innumerevoli sono le sue differenti denominazioni: alcuni dicono che è la vera natura della coscienza; alcuni non buddhisti la chiamano “sé”; gli uditori dicono che è l’assenza di ego personale; gli idealisti la chiamano “coscienza”; alcuni la chiamano “via di mezzo”; alcuni dicono che è la conoscenza trascendente; alcuni la chiamano “essenza degli esseri realizzati”; alcuni la chiamano “grande sigillo”; alcuni la chiamano “unicopunto”; alcuni la chiamano “fondamento universale”; alcuni la chiamano “sorgente della realtà”; alcuni la chiamano “sentire ordinario” .

Vi sono innumerevoli modi di denominare la coscienza. Sono tutti solo concetti mentali che indicano una realtà che la mente non può afferrare. La coscienza, infatti, è ciò che precede ed illumina la mente.
A causa delle differenze tra coloro che si identificano con determinati concetti, tradizioni, religioni e culture sorgono numerose incomprensioni, fraintendimenti, controversie e guerre. Queste persone vivono nell’ignoranza. nell’illusione e nella confusione poiché non conoscendo se stessi non possono riconoscere l’Unica Realtà che pervade l’intera manifestazione.

La Via suprema, diretta e naturale alla liberazione è al di là delle parole, dei concetti e delle convinzioni mentali e consiste nella nuda visione della consapevolezza, ovvero nella conoscenza di ciò che siamo realmente.

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