Omaggio
alla divinità dai tre corpi,
consapevolezza
che risplende di luce propria.
Dal
“profondo insegnamento sulla liberazione naturale tramite
la
contemplazione delle divinità pacifiche e irate”:
L’INTRODUZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA*
*(La traduzione del testo è tratta dal volume Consapevolezza, Rigpa,
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)
La liberazione naturale tramite la nuda visione.
Si contempli bene la
consapevolezza di sé, così come viene indicata in questo insegnamento. O figli
fortunati!
Samaya. Sigillato,
sigillato, sigillato.
Oh! l’unica coscienza, presente
sia nella trasmigrazione che nella liberazione, è proprio sé stessi sin dal
principio, tuttavia non la si riconosce; la sua chiara consapevolezza è
incessante, tuttavia non la si incontra; essa appare ovunque liberamente,
tuttavia non la si identifica.
La
trasmigrazione è lo stato illusorio dominato dall’ignoranza della nostra vera
natura, mentre la condizione della liberazione è lo stato nel quale
riconosciamo chi siamo. Esiste un’unica coscienza che è presente sia nello
stato illusorio della trasmigrazione, sia nello stato risvegliato della
liberazione. La coscienza è sempre ed ovunque presente, tuttavia non la si può
identificare come un oggetto. Non si può conoscere la propria coscienza
oggettivamente perché è pura soggettività. La coscienza, in quanto pura
consapevolezza, è paragonabile alla luce, la quale di per sé è invisibile, ma diventa
visibile quando incontra una superficie riflettente.
…
Ben nota è la parola
“coscienza”, ma quante concezioni limitate sono nate dal misconoscimento, dalla
conoscenza errata o parziale e dall’incomprensione del suo significato reale.
L’individuo ordinario che non comprende da
sé stesso la propria vera natura vaga tra i sei esseri dei tre mondi
sperimentando la sofferenza: questo è il difetto del misconoscimento della
propria coscienza così com’è in sé stessa.
Tutti
conoscono il termine “coscienza”, ma molteplici sono i significati che vengono
attribuiti a tale termine.
Chi non conosce se stesso è destinato a vagare all'interno del cerchio del samsara, il ciclo di nascita, morte e rinascita nei vari regni dell'esistenza.
Chi non conosce se stesso è destinato a vagare all'interno del cerchio del samsara, il ciclo di nascita, morte e rinascita nei vari regni dell'esistenza.
…
Lo stato di coscienza dei
Buddha è al di là della mente, nondimeno [la gente] si inganna perché pratica
la recita [di mantra] e medita su determinate
immagini.
La
coscienza pura è incondizionata ed è la sorgente della mente. Le pratiche
meditative che usano formule come i mantra o supporti visivi possono essere
utili per calmare e rallentare momentaneamente i pensieri e per conseguire
stati di coscienza più sottili, ma non hanno alcuna influenza sulla coscienza
in sé.
Perciò occorre lasciare tutto,
rimanendo liberi da qualsiasi azione condizionata: grazie a questo insegnamento
sulla liberazione naturale tramite la nuda visione della consapevolezza, si comprenda
che tutta la realtà dimora nella grande liberazione naturale, sicché tutto è
anche compiuto nello stato della grande completezza. Samaya. Sigillato, sigillato,
sigillato.
L‘insegnamento
di Padmasambhava qui esposto indica la coscienza pura come l’unico veicolo nel
quale si manifestano sia la realtà esteriore che quella interiore, sia la
trasmigrazione che la liberazione, sia l’ignoranza che la conoscenza. Questo
dualismo è solo apparente, frutto di un misconoscimento. Infatti, tutto accade
nella coscienza e tutto è fatto di coscienza: in realtà non vi è separazione e
tutto dimora nello stato della liberazione e della completezza.
Oh! quella limpida
consapevolezza che chiamiamo “coscienza” non esiste [come qualcosa di concreto,
tuttavia] da essa sorge tutta la sofferenza e la felicità della trasmigrazione
e della liberazione; è concepita secondo le credenze degli undici veicoli, e
innumerevoli sono le sue differenti denominazioni: alcuni dicono che è la vera
natura della coscienza; alcuni non buddhisti la chiamano “sé”; gli uditori
dicono che è l’assenza di ego personale; gli idealisti la chiamano “coscienza”;
alcuni la chiamano “via di mezzo”; alcuni dicono che è la conoscenza
trascendente; alcuni la chiamano “essenza degli esseri realizzati”; alcuni la
chiamano “grande sigillo”; alcuni la chiamano “unicopunto”; alcuni la chiamano
“fondamento universale”; alcuni la chiamano “sorgente della realtà”; alcuni la
chiamano “sentire ordinario” .
Vi
sono innumerevoli modi di denominare la coscienza. Sono tutti solo concetti
mentali che indicano una realtà che la mente non può afferrare. La coscienza,
infatti, è ciò che precede ed illumina la mente.
A
causa delle differenze tra coloro che si identificano con determinati concetti, tradizioni, religioni e culture sorgono numerose incomprensioni, fraintendimenti,
controversie e guerre. Queste persone vivono nell’ignoranza. nell’illusione e nella confusione poiché non conoscendo se stessi non possono riconoscere l’Unica
Realtà che pervade l’intera manifestazione.
La
Via suprema, diretta e naturale alla liberazione è al di là delle parole, dei
concetti e delle convinzioni mentali e consiste nella nuda visione della consapevolezza,
ovvero nella conoscenza di ciò che siamo realmente.
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