L’INTRODUZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA*
*(La traduzione del testo è tratta dal volume Consapevolezza, Rigpa,
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)
ad opera di Giuseppe Baroetto, ed. Psiche, Torino, 1997.)
La liberazione naturale tramite la nuda visione.
(Terza Parte)
(Terza Parte)
Ecco l’introduzione che è il modo definitivo di indicare questa stessa [consapevolezza].
Essa è proprio il sentire sé
nell’attimo presente; è proprio questo stato inalterato e autorisplendente.
Allora perché dite di non comprendere la vera natura della coscienza?
Qui non c’è nulla da meditare.
Allora perché dite che pur meditando non appare?
E’ proprio questa
consapevolezza immediata. Allora perché dite di non trovare la vostra
coscienza?
E’ proprio questa incessante
chiara consapevolezza. Allora perché dite di non vedere il volto della
coscienza?
E’ proprio colui che pensa.
Allora perché dite che pur cercandola non la si trova?
Qui non c’è nulla da fare.
Allora perché dite che pur facendo [la pratica] non appare?
E’ sufficiente rimanere nel
proprio stato senza modificarlo. Allora perché dite di non potervi restare?
E’ sufficiente rimanere come si
è, senza fare alcunché. Allora perché dite di non averne la forza?
Vuoto, chiarezza e
consapevolezza sono inseparabili e spontaneamente presenti. Allora perché dite
che pur impegnandosi non ci si realizza?
Sorgendo spontaneamente, senza
cause e condizioni, esiste spontaneamente. Allora perché dite che non si riesce
(a realizzarla) pur sforzandosi?
I pensieri sorgono e si
dissolvono contemporaneamente. Allora perché dite che non si è in grado di
liberarsi adottando gli antidoti?
E’ proprio questo sentire dell’attimo
presente. Allora perché dite che è inconoscibile?
Se
io ti chiedessi: “sei consapevole?”
Probabilmente
faresti una breve pausa e poi risponderesti: “Si!”
Come
hai fatto a rispondere? Dove hai trovato la risposta?
…
Questa
seconda introduzione alla consapevolezza indica nel semplice sentire se stessi
la vera natura della coscienza. La nostra vera natura è estremamente chiara e
semplice ed è presente in tutte le circostanze della vita, ma risulta oscurata
dalla distrazione, dai condizionamenti e dalle proiezioni mentali.
Il
semplice sentire se stessi nell’attimo presente viene ignorato e trascurato
poiché l’attenzione viene posta unicamente sugli oggetti della coscienza.
Le espressioni della coscienza sono senza limiti;
se entri nelle espressioni sarai perduto.
Abbandonati e sii uno con la tua coscienza,
e la tua coscienza ti mostrerà il processo
attraverso il quale può essere dissolta.
Nisargadatta Maharaj
La
nuda coscienza è come uno specchio nel quale si riflettono indifferentemente tutte
le immagini e le esperienze. Infatti, è nella sua natura accogliere ed accettare
sia l’illusione della trasmigrazione, sia il risveglio della liberazione.
La
maggior parte delle persone, però, vivono nell’illusione della distrazione, totalmente
identificate con gli oggetti della coscienza come pensieri, sensazioni e
percezioni e non si rendono conto del semplice ed immediato sentire sé, che è
il substrato all’interno del quale tutto si manifesta.
Ciò
che il maestro Padmasamhava vuole indicarci con queste parole è che per
riportarci alla consapevolezza di sé non è necessario meditare 20 anni in un
monastero o cercare fuori di sé, in qualche luogo lontano nel tempo e nello
spazio, ma è sufficiente rimanere nel proprio stato naturale qui ed ora, senza
modificarlo e senza fare alcunché. Paradossalmente, la cessazione di ogni
attività dovrebbe essere la cosa più semplice, eppure ci risulta quasi
impossibile.
Se impariamo a rilassarci profondamente iniziamo a smettere di portare l’attenzione verso gli oggetti della coscienza; allora si può manifestare il nostro stato naturale eternamente presente:
Ciò che
noi siamo veramente.
Se impariamo a rilassarci profondamente iniziamo a smettere di portare l’attenzione verso gli oggetti della coscienza; allora si può manifestare il nostro stato naturale eternamente presente:
vuoto, chiarezza e consapevolezza.
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